Galadriel e l’importanza di ciò che rimane celato

 

Non credo sia un mistero che le opere di Tolkien siano state spesso accusate di maschilismo, per la minore presenza di personaggi femminili rispetto a quelli maschili. Addirittura c’è chi sostiene che le donne della Terra di Mezzo non abbiano ruolo e che risultino sempre sottomesse agli uomini, o comunque stiano alla loro ombra.

In attesa di scrivere un articolo dedicato proprio alla rappresentazione del maschile e del femminile negli scritti di Tolkien, vorrei parlare di un personaggio de “Il Signore degli Anelli” la cui importanza è maggiore di quanto possa sembrare a prima vista: Dama Galadriel, Signora di Lórien.

55d9a7fd8a175a55c2c47e33c408c81b
La Dama di Lórien ritratta da Annie Stegg

Fisicamente, Galadriel non compare molto. È presente nel Capitolo VII del Libro Secondo e nel successivo; dopodiché non la rivediamo prima del matrimonio di Aragorn con Arwen e della successiva partenza degli Hobbit da Minas Tirith. Infine, compare brevemente ai Porti Grigi, per salpare anche lei alla volta delle Terre Immortali.

Eppure, l’importanza di Galadriel non si misura in base alla sua presenza fisica. Quella è certo fondamentale (basti pensare al dialogo con Frodo davanti allo Specchio), ma altrettanto fondamentale è il fatto che la Dama venga nominata più volte anche quando non c’è.

Un esempio può essere offerto dal ritrovamento tra Gandalf e Aragorn, Gimli e Legolas ne “Le Due Torri”: nel raccontare le conseguenze del suo scontro con il Balrog, Gandalf spiega di essere stato trovato dalla Grande Aquila Gwaihir e di aver chiesto di essere portato a Lórien. Tale è stata la risposta di Gwaihir:

“È infatti questo l’ordine di Dama Galadriel che m’inviò a cercarti”.**

Ciò significa che Galadriel aveva scoperto che Gandalf sarebbe tornato, presumibilmente grazie al suo Specchio.

In seguito, lo Stregone Bianco riferisce di essere stato effettivamente condotto nella dimora di Galadriel e di suo marito Celeborn, proprio qualche tempo dopo la visita della Compagnia dell’Anello. Aggiunge che gli è stato chiesto di portare alcuni messaggi: ad Aragorn parla dei Raminghi del Nord che arriveranno a cavallo e di un buio sentiero da attraversare, dove ci sono i Morti; a Legolas parla del Mare e del richiamo dei gabbiani; a Gimli porta l’augurio che la sua ascia “colpisca l’albero giusto”.

Come si vede nei capitoli successivi, le parole di Galadriel risulteranno profetiche, poiché i Raminghi raggiungeranno Aragorn e lo accompagneranno nel tenebroso Sentiero dei Morti, mentre Legolas sentirà effettivamente il verso dei gabbiani, cosa che riaccenderà in lui il desiderio del Mare. Anche l’augurio fatto a Gimli avrà buon esito, dato che il Nano si farà valere nella battaglia al Fosso di Helm. E più avanti Gimli dice:

“La Dama della Foresta! Leggeva nei cuori e indovinava i desideri”.**

Galadriel quindi non è solo saggia, come dimostra ad esempio la sua rinuncia all’Anello, ma è anche lungimirante – e sono questi momenti in cui non è presente a dimostrarlo. Pensiamo poi a quanto si rivelano utili i suoi doni alla Compagnia: Pipino può lasciare la spilla del mantello di Lórien come “traccia”, affinché Aragorn trovi lui e Merry quando sono stati fatti prigionieri dagli Orchi; l’arco regalato a Legolas viene utilizzato quasi subito, per colpire con una freccia un Nazgûl su una bestia alata; i granelli di terra dati a Sam permettono il rinnovamento della Contea; la fiala-stella è utilissima per Frodo.

Galadriel, inoltre, appare come una figura consolatrice. Per esempio, Sam ha un ricordo vivido di lei nella Tana di Shelob, quando esorta Frodo a tirar fuori la fiala, oltre a invocarla durante la lunga marcia per Mordor:

“Se almeno la Dama potesse vederci o sentirci, le direi: ‘Dama, tutto ciò che desideriamo è luce e acqua: soltanto un po’ d’acqua pulita e di luce del giorno, meglio di qualunque gioiello, con il vostro permesso’. Ma Lórien è molto lontano”.**

E dice bene Gimli, quando afferma che la Dama della Foresta legge nei cuori. Questo è evidente prima di tutto al momento dell’incontro con la Compagnia:

[…] Non vi darò consigli, dicendo fate questo o quello. Non è col fare qualcosa, o col contribuire, o con lo scegliere tra l’una e l’altra via che vi potrò essere utile; solo la mia conoscenza di ciò che fu ed è, e anche in parte di ciò che sarà, vi può esser d’aiuto. Questo è ciò che vi dico: la vostra Missione è sulla lama di un coltello. Una piccola deviazione, ed essa fallirà trascinando tutti in rovina. Ma vi è ancora speranza fin quando la Compagnia sarà tutta fedele”.

E dicendo così il suo sguardo li fissò, esplorandoli uno a uno in silenzio. Nessuno eccetto Legolas e Aragorn seppe resistere a lungo. Sam arrossì tosto e chinò il capo.

Infine Dama Galadriel li liberò dai suoi occhi e sorrise. “Che i vostri cuori non si turbino”, disse. “Questa notte dormirete in pace”. Ed essi sospirarono allora, sentendosi improvvisamente sfiniti, come chi è stato interrogato a lungo e dettagliatamente, pur non avendo pronunziato alcuna parola.

[…] Quella notte la Compagnia dormì a terra, con grande soddisfazione degli Hobbit. Gli Elfi prepararono loro un padiglione fra gli alberi accanto alla fontana ove disposero dei soffici giacigli […]. I viaggiatori parlarono per un po’ della notte precedente trascorsa sulle cime degli alberi, e di quella giornata di marcia, e del Signore e della Dama: non avevano il coraggio di guardare più indietro.

“Perché sei arrossito, Sam?”, disse Pipino. “Hai ceduto subito. Chiunque avrebbe pensato che la tua coscienza era sporca. Spero che non fosse nulla di peggio che un cattivo complotto per rubarmi una delle coperte”.

“Mai ho pensato una cosa simile”, disse Sam, per nulla d’umore scherzoso. “Se volete saperlo, mi sentivo come se non avessi niente addosso, e certo non era piacevole; sembrava che ella stesse guardando dentro di me, domandandomi cos’avrei fatto se ella mi avesse dato l’opportunità di volarmene a casa nella Contea in un bel piccolo buco con… con un pezzo di giardino tutto mio”.

“Strano”, disse Merry. “Quasi esattamente la stessa impressione che ebbi io; soltanto che, soltanto… non credo che dirò altro”, e la sua frase rimase tronca.

Si erano trovati tutti apparentemente nella stessa situazione: ognuno aveva sentito che gli veniva offerta una scelta fra un’ombra piena di terrore che l’attendeva, e qualcosa che desiderava intensamente: vedeva chiaro innanzi agli occhi quel suo desiderio, e perché si avverasse bastava ch’egli lasciasse la via e abbandonasse la Missione e la guerra contro Sauron in altre mani.

“E mi parve anche”, disse Gimli, “che la mia scelta dovesse rimaner segreta e ignota a tutti”.

“A me parve tutto estremamente bizzarro”, disse Boromir. “Forse non era che una prova, ed ella volle leggere i nostri pensieri per un suo recondito fine; avrei quasi detto che ci stesse tentando, offrendo qualcosa ch’ella fingeva di poterci dare. Inutile dire ch’io rifiutai di ascoltare. Gli Uomini di Minas Tirith sono fedeli alla parola data”. Ma quel che gli era parso che la Dama gli offrisse, Boromir non lo rivelò.

Quanto a Frodo, si rifiutò di parlare, benché Boromir lo assillasse di domande. “La Dama ti tenne a lungo sotto il suo sguardo, Portatore dell’Anello”, gli disse.

“Sì”, disse Frodo; “ma qualunque cosa mi sia allora venuta in mente, non la rivelerò”.**

 

C’è un altro momento in cui Galadriel mostra di saper leggere i cuori e, al tempo stesso, dà prova di intuizione riguardo gli avvenimenti futuri. Mi riferisco a un brano che potrebbe passare inosservato, ma in realtà ha il suo significato: la Compagnia è sulle barche, sta lasciando Lórien, e la figura di Galadriel scompare lentamente in lontananza.

AfterLorien28
Cate Blanchett interpreta Galadriel nella trilogia cinematografica de “Il Signore degli Anelli”. Questa è la scena della partenza da Lórien e Galadriel sta per levare il braccio in gesto d’addio

A Frodo sembra di vederla alzare il braccio in segno di saluto, mentre alle sue orecchie arriva un canto “nell’antica lingua degli Elfi al di là del Mare”. Frodo, sul momento, non comprende le parole, essendo pronunciate in Alto Elfico, un idioma che lui conosce poco; eppure esse gli restano impresse, tanto che successivamente le trascrive e prova a tradurle. Il canto di Galadriel parla della dimora dei Valar e di Varda, Regina delle Stelle, che è la Valier più amata dagli Elfi, ricordata ne “Il Signore degli Anelli” con il nome di Elbereth… ma il canto esprime anche qualcos’altro. Questo è un pezzo di ciò che corrisponderebbe alla traduzione fatta da Frodo:

“Perso! Perso è ormai Valimar per coloro che vivono a oriente. Addio! Forse un dì tu troverai Valimar. E forse anche tu lo troverai un dì. Addio!”**

Valimar è ovviamente la dimora dei Valar in Aman, il Paese Beato. E quel “anche tu lo troverai” è rivolto allo stesso Frodo: Galadriel si augura che egli possa giungere nelle Terre Immortali. Considerando che Frodo è un mortale e che  stando a “Il Silmarillion”  quei luoghi dovrebbero essergli preclusi, si potrebbe pensare che Galadriel non si stia rivolgendo a lui, oppure che stia dicendo qualcosa con poco fondamento. Invece, come ben sappiamo, a Frodo viene concesso, alla fine del libro, di andare al di là del Mare; quindi Galadriel stava cantando proprio per lui. Chi mai avrebbe potuto prevedere, a Lórien, quale sarebbe stato il destino del Portatore? Pochi fra i personaggi de “Il Signore degli Anelli” – e ancor meno fra le persone che lo leggono, direi! Anzi, senza conoscere “Il Silmarillion”, credo che il canto di Galadriel non risulti particolarmente comprensibile: che gli Elfi vadano “verso ovest” si sa, ma tutta la storia che c’è dietro la si può intuire solo vagamente quando si arriva alle appendici del libro.

In ogni caso, anche se chi legge per la prima volta non lo sa, la Dama di Lórien si rende conto che il Portatore dell’Anello – se sopravvivrà, ovviamente – rimarrà segnato dalle sue esperienze e necessiterà di quello che Tolkien, in una delle sue lettere, definisce “un soggiorno purgatoriale”. Leggiamo il passo della lettera in questione, la numero 297 della raccolta:

[Galadriel] concluse il suo lamento con un desiderio o preghiera che a Frodo, per una grazia speciale, fosse concesso un soggiorno purgatoriale (ma non penale) a Eressea, l’Isola Solitaria in vista di Aman […]”.

[“Lettere 1914/1973”, traduzione di Lorenzo Gammarelli]

 

Quello di Galadriel è un bell’augurio, che denota la sua compassione – oltre che comprensione – verso il Portatore, per via dell’enorme responsabilità che egli ha preso sulle sue spalle.

Nelle appendici scopriamo che Galadriel è anche una donna d’azione: il popolo di Lórien, infatti, difende per ben tre volte la propria terra dagli assalti delle armate del Nemico e, dopo la distruzione dell’Anello, Galadriel si incarica personalmente di “ripulire” Dol Guldur, la vecchia residenza di Sauron prima che egli tornasse a Mordor, distruggendone le mura. Sempre nelle appendici, Galadriel viene definita “la più grande delle donne elfiche”. Sinceramente, considerando tutto ciò che emerge di lei ne “Il Signore degli Anelli”, non stento a crederlo. Non va dimenticato, fra l’altro, che Galadriel possiede uno dei Tre Anelli degli Elfi e ha fatto pure parte del Bianco Consiglio – che, secondo lei, sarebbe dovuto essere presieduto da Gandalf, anziché da Saruman. Ella pertanto è una figura importante, un personaggio che rimane spesso sullo sfondo ma le cui scelte e azioni hanno rilevanza in buona parte del libro.

In altre opere, quali “Racconti incompiuti” e soprattutto “Il Silmarillion”, Galadriel non manca di comparire e noi ne scopriamo il passato: è una Noldor, ovvero appartiene a quella stirpe elfica più assetata di conoscenza e più versata nelle attività manuali. I Noldor hanno spesso un carattere orgoglioso e una forte volontà – e Galadriel sembra non fare eccezione. Ha trascorso la prima parte della sua vita nel Reame Beato, dopodiché è partita per la Terra di Mezzo assieme a molti suoi consanguinei, guidati dal ribelle Fëanor, che ha sfidato l’autorità dei Valar. “Racconti incompiuti” ci dimostra che Tolkien non ha avuto sempre le stesse idee riguardo al coinvolgimento di Galadriel nella fuga dei Noldor da Aman (nei suoi primi saggi sull’argomento, disse chiaramente che Galadriel si era unita ai ribelli, pur osteggiando Fëanor quando si era macchiato dell’omicidio di molti Elfi costruttori di navi, ma più avanti scrisse un saggio in cui Galadriel figurava come estranea alla ribellione); ciononostante, non si può negare che ci troviamo di fronte a un personaggio presente in tutte le Ere fino al tramonto degli Elfi… un personaggio che non può essere considerato marginale, specie prendendo in esame l’opera di Tolkien nel suo complesso.

 

 

 

 

** citazioni tratte da “Il Signore degli Anelli”, traduzione di Vicky Alliata di Villafranca, Bompiani, 2003

 

 

26 pensieri riguardo “Galadriel e l’importanza di ciò che rimane celato

  1. Indubbiamente Galadriel è una leader nata, una personalità di fortissimo spessore. Non è difficile comprendere come mai Celebrimbor si sia innamorato perdutamente di lei. La sua importanza nel Signore degli Anelli si coglie, come tu stessa hai giustamente sottolineato, più dai dettagli che dalle grandi azioni: aggiungerò, alle parole che tu hai riportato, la sua grande fermezza nel condannare l’ostilità di suo marito nei confronti dei Nani. L’unica pecca che le si può rimproverare – almeno dal punto di vista «umano» e non di una creatura immortale – è il suo progressivo allontanarsi dalle vicende della Terra di Mezzo: certamente, è comprensibile immaginare come dopo tre Ere di massacri e malvagità fosse stanca della Terra di Mezzo e dei suoi abitanti litigiosi e arroganti (mi riferisco soprattutto agli Uomini), tuttavia, è lecito ipotizzare che una sua presenza maggiore durante la Terza Era avrebbe portato maggiori benefici alle Libere Genti.

    Piace a 1 persona

    1. Grazie per il commento, come sempre. Sì, Galadriel è una donna molto forte, intelligente e autorevole. Per quanto riguarda il suo allontanamento dalla Terra di Mezzo, suppongo che avesse semplicemente intuito che il tempo degli Elfi era sempre più prossimo alla fine. Anche se poi non fosse partita verso ovest così “presto”, molti altri della sua specie lo facevano e lo avrebbero fatto, fino a lasciare tutto nelle mani degli Uomini.
      Non credo che Galadriel abbia provato lo stesso disgusto che potrebbe aver provato Melian (sulla quale tu stesso mi hai offerto dei suggerimenti, a proposito dello stato d’animo)… Penso piuttosto che sentisse la mancanza della sua terra natale e che, dopo che il suo Anello ha perso potere, non potesse sopportare di vedere il logoramento di Lorien – e per questo sia salpata. Inoltre, ritengo che volesse essere sicura che i Valar l’avrebbero riaccolta, dopo tutto quello che era successo con Feanor; infatti, qualsiasi parte abbia avuto Galadriel nella ribellione, credo che poi se ne sia pentita, una volta acquisita maggiore saggezza ed esperienza.

      Piace a 2 people

      1. Giusta osservazione, poi lei promise che nn avrebbe lasciato la terra di mezzo finche l’Unico Anello e Sauron fossero rimasti, sconfitto Sauron e distrutto l’Anello nn ha più ritenuto necessario rimanere e pureper nn vedere il logoramento di Lorien come da lei detto

        Piace a 1 persona

      2. Sicuramente Galadriel voleva accertarsi che i Valar le avrebbero concesso il perdono per la parte che aveva avuto durante la ribellione dei Noldor (quale che sia, perché le fonti di Tolkien su questo punto divergono, certo è che abbandonò Valinor e non volle tornare indietro). Tuttavia, proprio a causa della sua grande leadership politica, sarebbe stata un’ottima interlocutrice per i diversi popoli della Terra di Mezzo…mi sarebbe piaciuto se avesse preso parte al Consiglio di Elrond, per esempio. Sono d’accordo con te nel ritenere che nella sua scelta di rinchiudersi progressivamente nei confini di Lorien non ci fosse quel sentimento di disgusto che provava Melian: sono del parere, altresì, che Galadriel, come Elrond d’altra parte, nel corso della Terza Era, si fossero, per così dire, affezionati a una visione della Terra di Mezzo alternativa o comunque non del tutto corrispondente a quella reale. Rivendell e Lorien rappresentano due luogi unici, che non hanno paragone con nessun altro paese della Terra di Mezzo, perché indissolubilmente legati al potere degli Anelli Elfici. Svaniti i poteri dei Tre, ho avuto l’impressione che i loro portatori (eccetto Gandalf, per il quale bisognerebbe fare un discorso a parte, data la sua natura di Maiar) non provassero altro che stanchezza per una terra che non sentivano affine ai loro pensieri.

        Piace a 2 people

      3. Sul fatto che Elrond e Galadriel non sentissero più la Terra di Mezzo affine ai loro pensieri sono d’accordo. Con i loro poteri avevano, in un certo senso, fermato il tempo nei luoghi dove abitavano. Soprattutto Galadriel a Lorien, in effetti… tant’è che, quando la Compagnia si ferma lì, perde il conto dei giorni – e quando si allontana con le barche, l’impressione è un po’ quella di “uscire da un sogno”.
        In definitiva sì, Elrond e Galadriel avrebbero voluto che la Terra di Mezzo rimanesse sempre immutata, o quasi… ma ciò non era possibile, naturalmente. Quindi entrambi hanno iniziato progressivamente a distaccarsene.

        Sarebbe stato bello vedere Galadriel al Consiglio di Elrond, come hai suggerito! Credo che, se ci fossimo trovati in un’altra Era e non nella Terza, sarebbe successo. E a questo punto mi sorge spontanea una domanda: il Bianco Consiglio dove si teneva? È mai stato detto?

        Piace a 1 persona

      4. Credo che il Bianco Consiglio si svolgesse a Rivendell, perché Elrond era considerato da tutti un «Maestro» delle antiche tradizioni e perché la sua dimora era stata concepita per risultare invisibile (o quantomeno difficilmente raggiungibile) per il nemico (ricordi le parole pronunciate da Grampasso agli Hobbit che gli chiedono quanto disti Rivendell?)

        Piace a 1 persona

  2. Deduco che ha letto il racconto della storia di Galadriel e Celeborn, penso sia interessante la parte in cui dice che va nella terra di mezzo anche per sfidare il potere di Feanor, forse insieme a Eowyn si può considerare come femmina che si oppone abbastanza fieramente e con successo al potere maschile

    Piace a 1 persona

    1. Sì, ho letto la parte dedicata a Galadriel in “Racconti incompiuti” – e mi è piaciuta molto.
      Per quanto riguarda l’opposizione al potere maschile, è un’interpretazione possibile. Credo, in ogni caso, che la comunità degli Elfi a Valinor fosse più paritaria, rispetto a realtà più “terrene” come Rohan o Numenor, dove il privilegio maschile è abbastanza evidente.

      "Mi piace"

      1. Certo, ma solo dopo l’avvento di Ancalime, che era l’unica Erede del Re ai tempi di Aldarion. Avrebbe potuto esserci una Regina già ai tempi di Silmarien, invece salì al trono suo fratello minore, ovvero il padre di Aldarion. Tra l’altro, in “Racconti incompiuti” ci sono varie note di Tolkien a proposito di una “vecchia legge” che favoriva decisamente la linea maschile. Bisogna dire però che da Silmarien discese Elendil, quindi forse è meglio che non sia diventata Regina, altrimenti chi sarebbe scampato alla rovina di Numenor? Anche se non è da escludere che, se Silmarien fosse salita al trono, i suoi eredi avrebbero prestato meno orecchio a Sauron e sarebbero rimasti amici degli Elfi, senza ribellarsi ai Valar… Chissà…

        "Mi piace"

      1. Sono d’accordo. Tra l’altro, credo che sul discorso della corruzione di Numenor si debba fare un discorso più generale che deve tenere conto di due fattori principali. Punto primo, i Numereani, al di là di quelli irritati personalmente da Sauron attraverso gli Anelli, furono corrotti dall’aver posto troppo a lungo gli occhi sulla Terra di Mezzo e sulle ricchezze contenute al suo interno, ben prima che Pharazon decidesse di comandare la sua «crociata» contro l’Oscuro Signore. Sauron, una volta portato a Numenor, non fece altro che fare leva sull’orgoglio numenoreano, divenuto ormai pura arroganza, ed esaltare così una nazione con mire chiaramente imperialiste allo scopo di permetterle di osare ciò che era pura follia: l’invasione di Valinor. Sauron non era uno stupido, tutt’altro: il suo scopo era liberarsi dei Numenoreani che, secondo lui, sarebbero stati spazzati dai Valar o da Eru in persona. Tutto sommato ci andò abbastanza vicino, anche se non aveva previsto di essere distrutto durante l’inabissamento dell’isola e che i Fedeli sarebbero sopravvisuti. Punto secondo: attenzione a non travisare l’azione politica della casa di Amandil: Tolkien, infatti, scrive che essi, pur restando fedeli agli Eldar, non avevano mai osato ribellarsi apertamente ai sovrani avversi ai Valar, cercando, come aveva fatto Amandil con Ar-Pharazon (erano quasi coetanei), di mitigare la loro azione con buoni e saggi consigli. Potremmo definirli dei «moderati», politicamente parlando; Tolkien, inoltre, lascia intuire che fra i Fedeli vi fossero posizioni diverse, alcune delle quali erano molto più radicali rispetto alle altre, ma non volle mai approfondire troppo la questione. Questo per dire che sarebbe stato difficile evitare il declino di Numenor, a prescindere dalla linea dinastica: una visione pessimistica potrebbe addirittura affermare che il male era già posto all’origine di Elenna, perché gli Uomini non sarebbero stati in grado, per troppo tempo, di condividere la saggezza degli Eldar senza desiderare ardentemente di essere come loro. Ed è quello che, purtroppo, puntualmente si verificò.

        Piace a 1 persona

      2. Forse il male non era all’origine di Numenor, ma concordo sul fatto che stare vicino agli Elfi sia difficile. Gli Uomini vedono in loro ciò che non possono avere (immortalità, giovinezza…), perciò finiscono per invidiarli e desiderare di prendere il loro posto. A tal proposito, una parte di me continua a pensare che sarebbe stato meglio se i Valar non avessero chiesto agli Elfi di raggiungerli nelle Terre Immortali. Sì, hanno insegnato loro tante cose, e gli Eldar hanno potuto vedere la Luce di Valinor, però… forse, se gli Elfi fossero sempre rimasti nella Terra di Mezzo, avrebbero fraternizzato di più con gli Uomini, e le Due Stirpi si sarebbero sentite più simili. Invece, per come sono andate le cose, ci sarà sempre un fortissimo distacco “mentale” tra gli Elfi e gli Uomini. D’altra parte, se le cose fossero andate diversamente, l’edificio mitologico di Tolkien ne sarebbe stato stravolto… No, mi rendo conto che non è fattibile.
        Tuttavia, pur disapprovando fortemente l’arroganza dei Numenoreani, non posso fare a meno di pensare a quanto dovesse essere difficile per i Secondogeniti sopportare l’idea che non fosse concesso loro neppure di avvicinarsi ai Valar, mentre gli Elfi potevano praticamente starci a tu per tu (e trarne molti benefici).

        Piace a 1 persona

      3. Certamente deve essere stata complessa una simile vicinanza e non dubito che una convivenza nella Terra di Mezzo delle due stirpi avrebbe potuto produrre vantaggi ad entrambe, tuttavia non dobbiamo dimenticare che per almeno quindici secoli i Numenoreani intesero la morte in modo molto diverso rispetto a quanto accadde in seguito. Credo proprio che una parte fondamentale della loro corruzione risieda nel progressivo mutamento di questa concezione: se io sono mortale, sono condannato a morire (non più a un lungo sonno alla cui origine vi era un atto di volontà, ossia la liberazione dal peso del mondo, al quale gli Elfi dovevano invece sottostare). E se sono condannato a morire, tanto vale arraffare tutto quello che posso prima del trapasso. Ecco, in poche parole, come deve essersi evoluto il pensiero dell’«uomo medio» numenoreano: e questo spiegherebbe anche l’avidità mostrata nel depredare la Terra di Mezzo e gli altri continenti di Endore.

        Piace a 1 persona

    1. Ti ringrazio! Galadriel è probabilmente il personaggio femminile tolkieniano che preferisco (diciamo che c’è una bella lotta con Éowyn!).
      Quando faccio un’analisi, cerco sempre di essere obiettiva e dettagliata. Ovvio che c’è una percentuale di soggettività nelle mie parole, ma cerco di non farla prevalere mai troppo. E sono felice di ricevere degli apprezzamenti, vuol dire che riesco a comunicare abbastanza bene da farmi capire 🙂

      Piace a 1 persona

      1. Non sono su Facebook… comunque ti ringrazio per la gentile offerta! Se pensi che i miei articoli possano essere interessanti per chi è sul gruppo, puoi tranquillamente mettere link di riferimento al mio blog, citarmi o qualcosa del genere 🙂

        Piace a 1 persona

      2. rispondendo a lei Elle cos’hanno Eowyn e Galadriel che Luthien nn ha per nn essere tra i suoi personaggi femminili preferiti?

        "Mi piace"

      3. Sono stata imprecisa, in realtà mi riferivo solo a “Il Signore degli Anelli”, dove Luthien viene appena nominata^^ Parlando di preferenze di personaggi femminili in tutte le opere di Tolkien che ho letto, Luthien è tra le mie preferite eccome!

        "Mi piace"

Lascia un commento